Truffa al collezionista: il caso sconvolge il mondo Pokémon italiano

Un collezionista austriaco di 28 anni è stato vittima di una truffa clamorosa durante la vendita di una collezione di carte Pokémon a Torino. L’affare, organizzato online, prevedeva il pagamento in contanti di €105.000 per un set valutato intorno a €110.000. La scoperta della sostituzione con i soldi del Monopoli ha fatto scattare la denuncia e le indagini.
Truffa carte Pokémon a Torino: cosa è successo
Il venditore era stato contattato sui social e si era recato appositamente da Vienna per concludere la vendita. L’incontro è avvenuto in un appartamento del quartiere Mirafiori e, dopo lo scambio, le banconote vere sarebbero state sostituite con denaro del gioco durante un momento di distrazione. Il caso evidenzia come transazioni di alto valore in contanti restino ad alto rischio, anche nel 2025.
La vicenda segue un filo preciso: contatto online, viaggio per la consegna, pagamento in tagli da 200 euro, relax apparente e poi la beffa. Chi osserva il fatto nota la tecnica consolidata della distrazione e la complicità di più persone. Questo episodio è un monito per chi commercia oggetti da collezione di grande valore.
Valore della collezione e carte rare coinvolte
La collezione comprendeva carte molto richieste come Sprigatito, Floragato e Crocalor, titoli che sul mercato del collezionismo possono raggiungere cifre molto alte. Per un set completo e in ottime condizioni si parla di valutazioni fino a sei cifre, motivo per cui l’acquirente è sembrato serio. Il valore economico rende il commercio appetibile ma anche più esposto a frodi: attenzione alla documentazione e alle certificazioni delle carte.
Metodo della truffa e persone sospettate
Secondo le ricostruzioni, l’acquirente ha pagato inizialmente con banconote apparentemente genuine tutte in tagli da €200. Dopo la consegna la vittima è stata distratta con la scusa di un caffè e il contenuto della borsa è stato scambiato con un pacco di soldi del Monopoli. Le indagini della polizia puntano a un gruppo ritenuto vicino a un clan sinti attivo in Piemonte, con precedenti per truffe simili.
La denuncia ha già avviato accertamenti e perquisizioni, nella speranza di recuperare la collezione o trovare i responsabili. La dinamica dimostra che anche scambi “dal vivo” non eliminano i rischi; le forze dell’ordine ricordano l’importanza di conservare prove e contattare subito la polizia. Chi commercia oggetti rari deve pretendere garanzie e trasparenza.
Implicazioni per i collezionisti e consigli pratici
Per ridurre il rischio di frode è consigliabile preferire bonifici tracciabili o pagamenti notarili e verificare l’identità dell’acquirente prima dell’incontro. Fare la transazione in una banca o alla presenza di testimoni e documentare con foto e video lo scambio può fare la differenza. Infine rivolgersi subito alle autorità in caso di sospetto aumenta le possibilità di recuperare beni e punire i responsabili: la prudenza è l’arma migliore per proteggere una passione costosa!
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